IL DUO CESTER-MAURI INCASSATA LA SCONFITTA IN BELGIO, GUARDANO GIÀ ALLA SECONDA TAPPA DEL GRAND PRIX D’ITALIA.
EJU Kata Tournament Marcel CLAUSE 2017 Belgium.
Centre sportif d’Etterbeek Rue des Champs 69/71 B – 1040 Etterbeek (Brussels) BELGIUM
Al Centre sportif d’Etterbeek (Brussels) domenica 26 febbraio è andato in scena l’EJU Kata Tournament “Memorial Clause”, a cui hanno partecipato 128 atleti provenienti da 13 nazioni, con il team italiano presente con tredici coppie e cinque arbitri internazionali.
La prova di squadra complessiva è stata molto positiva, in quanto sei delle tredici coppie azzurre hanno superato la fase eliminatoria, conquistando in finale due medaglie d’oro, con Giovanni e Angelica Tarabelli nel Ju No Kata e con Ubaldo Volpi e Maurizio Calderini nel Kodokan Goshin Jutsu, che sono ritornati così al successo dopo oltre un anno di assenza dal tatami.
Gli altri risultati delle finali: Enrico Tommasi e Giulio Gainelli, quarto posto nel Kime No Kata, Massimo Cester e Davide Mauri, quarto posto nel Katame No Kata, Riccardo Franza e Dario Gianoglio, quinto posto nel Nage No Kata, Giovanni Enriore e Alice Mandracci, quinto posto nel Ju No Kata
Nel Katame no Kata sedici coppie divise in due poule, si sono contese l’accesso alla finale riservando non poche sorprese, come l’esclusione della seconda coppia azzurra presente in questo kata, composta dai veneti Luciano Sgarzi e Francesco Longo Lorenzetto che nel 2016 si classificò al quarto posto, la coppia olandese vincitrice dell’ultima edizione ed altre illustri coppie escluse.
L’altra coppia azzurra, formata da Massimo Cester (Skorpion) e il compagno Davide Mauri (Kuroki), si sono così giocati la finale piazzandosi al quarto posto ad una manciata di punti dal podio.
Podio che sarebbe valso loro l’accesso diretto ai campionati europei in programma a Malta il primo week end di maggio. Grande, quindi, è stato il rammarico alimentato anche dal disappunto generale provato alla pubblicazione dei punteggi quando, a detta di molti degli addetti ai lavori, i nostri atleti sarebbero stati meritori almeno della seconda posizione.
Nel Judo Shiai (combattimento uno contro uno) sono molto rare le contestazioni ad un verdetto decretato dall’arbitro perché è chiaro a tutti chi vince e chi perde e, se vi sono dei dubbi, il care system (ovvero il sistema di registrazione dell’incontro) permette di vedere e rivedere le fasi dubbie così da poter risolvere ogni contestazione.
Nel Juda Kata (kata=forma, ovvero l’esecuzione di schemi prestabiliti di attacco e difesa), il risultato è invece demandato al giudizio di una commissione composta da cinque arbitri che valutano l’esecuzione a seconda della loro insindacabile opinione.
Nel panorama italiano il sistema arbitrale, costituito dagli arbitri internazionali e anche da buona parte di quelli nazionali, è considerato da tutti di alto livello. La stessa cosa, purtroppo, non si può dire di quello di altri paesi stranieri dove, il più delle volte, non si riescono a comprendere i criteri di valutazione, andando così incontro a giudizi che determinano forti perplessità. Si ha la sensazione che il nazionalismo la faccia un po’ da padrone, alterando così il vero giudizio che l’esecuzione dovrebbe avere.
Incassata la “sconfitta”, la nostra coppia si è già rimessa al lavoro per il prossimo appuntamento fissato a Pordenone per l’ 11 marzo, per la seconda tappa del Grand Prix d’Italia.
Report a cura del Presidente dello Skorpion Club, Massimo Cester.